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Sanità, De Nicola: “Telemedicina e digitalizzazione sono il futuro”

La recente apertura di un nuovo Centro di emergenza del presidio ospedaliero Garibaldi-Centro di Catania, l’importanza delle nuove tecnologie in campo sanitario, la formazione del management e del professionista sanitario. Questi alcuni dei temi che abbiamo affrontato insieme a Fabrizio De Nicola, direttore generale Arnas Garibaldi di Catania

La recente apertura di un nuovo Centro di emergenza del presidio ospedaliero Garibaldi-Centro di Catania, l’importanza delle nuove tecnologie in campo sanitario, la formazione del management e del professionista sanitario. Questi alcuni dei temi che abbiamo affrontato insieme a Fabrizio De Nicola, direttore generale Arnas Garibaldi di Catania.  

  • Quanto è importante la formazione manageriale nella sanità?

La formazione manageriale è fondamentale perché consente una crescita di tutto il personale non soltanto per quel che riguarda l’aspetto tecnico/clinico per migliorare l’expertise che dirigenti sanitari e futuri primari hanno maturato nel proprio settore. La formazione manageriale consente inoltre di migliorare una serie di soft skills, tutte necessarie per ogni tipo di attività imprenditoriale. In particolare per la sanità: la capacità di programmazione, la capacità di allocare risorse economiche, tecnologiche, informatiche e umane, la capacità di essere manager, leader e avere l’abilità di raggiungere gli obiettivi sempre più performanti che vengono assegnati alle aziende sanitarie e ospedaliere. Il concetto di managerialità, applicata alla sanità, ha come requisiti essenziali di base quelli dell’appropriatezza degli interventi sempre più performanti, dell’efficacia e dell’economicità dell’attività. Dopo la pandemia sono diventati ancora più importanti alcuni aspetti come la telemedicina, la sanità digitale, la gestione dei fondi PNRR, l’intelligenza artificiale, argomenti che implementano il pacchetto necessario per una formazione manageriale corretta in sanità e che sono elementi che non possono prescindere da una sanità di qualità.

  • Come far funzionare una squadra di management in un settore delicato come quello sanitario?

È fondamentale mettere insieme esperienze diverse: dall’organizzazione di convegni tematici all’avere conoscenze multidisciplinari, tutte competenze che deve possedere un manager che dirige un’azienda. Ricordiamo che siamo in un momento in cui la sanità continua a essere definanziata – il rapporto tra quanto investiamo in sanità in Italia e il PIL è nettamente inferiore a quanto avviene in altri Paesi europei: 6,2% in Italia rispetto all’8% di altri Paesi europei – occorre pertanto avere un management molto qualificato e preparato per riuscire a utilizzare ogni leva strategica che vada nella direzione dell’economicità del sistema, dell’appropriatezza, dell’efficacia ed efficienza per potere gestire una sanità che deve avere come obiettivo il miglioramento della qualità dell’offerta, pur in presenza di risorse limitate a disposizione. E ciò richiede uno sforzo maggiore. La formazione è fondamentale, come la gestione del PNRR che prevede importanti investimenti che vanno utilizzati e spesi entro il 2026.

  • Come cambia la funzione dell’emergenza/urgenza con l’apertura del nuovo Centro di emergenza dell’ospedale Garibaldi?

Innanzitutto cambia per la città di Catania che ha in questo modo un’area di emergenza ancora più importante, l’unica che si trova al centro della città, trovandosi gli altri ospedali cittadini in zone non centrali. Due sono gli elementi fondamentali del nuovo Centro di emergenza: il primo è la sicurezza della stessa struttura antisismica e a basso consumo energetico; il secondo elemento è quello di aver puntato sulla separazione tra un pronto soccorso ordinario e un pronto soccorso infettivologo dedicato alle malattie infettive, come il Covid-19, con una sala operatoria e una sala radiologica dedicate ai soggetti con patologie infettive. Questo è un risultato importante per la città di Catania perché la vedrà preparata ad eventuali altre emergenze sanitarie.

  • La sfida PNRR: in che modo si possono investire i fondi nell’ambito della Missione 6 ‘Salute’ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?

I fondi si possono investire su due, tre assi molto importanti. Innanzitutto per quello ospedaliero, ci siamo avvalsi della possibilità di progettare l’acquisto di grandi attrezzature e di investire in sanità digitale e telemedicina. L’altra linea è invece quella che riguarda il territorio, ossia una diversa rimodulazione organizzativa dello stesso, prevista nel PNRR, attraverso le Asp siciliane e nazionali che devono realizzare case e ospedali di comunità e COT entro il 2026. Questi finanziamenti servono pertanto a rafforzare fortemente l’altra gamba della sanità, non solo quella ospedaliera, ma anche quella territoriale che deve fungere da un lato da filtro per i bisogni di salute, penso ai malati cronici, agli anziani; dall’altro realizzare una piena integrazione tra ospedale e territorio, con PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali, ndr) condivisi per la gestione del paziente.

  • Una tematica attuale è sicuramente il burn out dei medici. In che modo migliorare il rapporto lavoro e gestione stress correlato?

Credo sia indispensabile in ogni azienda investire sulla qualificazione dell’organico presente. Per quanto mi riguarda, da anni ho investito le risorse in base anche al fabbisogno del personale con la quasi totalità dei reparti a pieno del personale, sia medico sia infermieristico che amministrativo. Occorre poi avere una comunicazione continua col personale e con i sindacati per cercare di individuare i bisogni rappresentati. Sono convinto che è proprio dalla soddisfazione del personale sanitario e non sanitario che passa uno degli elementi di successo di un’azienda.

  • Quali gli obiettivi principali che dovrebbe porsi la sanità nello scenario nazionale per i prossimi anni?

Un primo obiettivo è quello che ci è stato dato dall’Europa ossia quello di realizzare gli obiettivi del PNRR entro il 2026. Si tratta di miliardi di euro che stanno arrivando in sanità destinati soprattutto al rafforzamento del territorio. Oggi la sanità non può essere soltanto ospedalocentrica, ma deve assolutamente puntare nei prossimi anni a un territorio forte che intercetti tutti i bisogni di salute. Pensiamo che oggi una grossa percentuale delle risorse economiche in sanità è rivolta ai malati cronici che hanno bisogno di essere presi in carico dal territorio e credo che non si possa delegare al pronto soccorso un compito che è prettamente territoriale a meno che non si tratti di una fase acuta. Oggi bisogna utilizzare questi fondi per l’informatizzazione e la digitalizzazione; basti pensare alla cartella clinica condivisa, alla telemedicina: tutti elementi essenziali per gli ospedali e le case di comunità che realizzeremo nel territorio. Tra gli obiettivi da raggiungere anche quello di puntare anche all’assistenza domiciliare, l’assistenza a casa per quei pazienti che non hanno bisogno di ricovero ospedaliero, ma che vanno assistiti nei loro domicili.

  • Qual è la sua opinione sullo sviluppo della digitalizzazione con l’aiuto dei fondi PNRR, sulla sanità digitale e sulla telemedicina?

Digitalizzazione, sanità digitale e telemedicina sono imprescindibili per raggiungere gli obiettivi che ci sono stati dati dal PNRR. Non esiste azienda ospedaliera italiana che oggi non stia facendo progettazione e realizzazione di progetti sulla telemedicina e sanità digitale che rappresentano la sanità del domani, che investirà anche sull’intelligenza artificiale. La sanità del domani sarà basata sull’intelligenza artificiale come ad esempio la lettura da remoto delle cartelle cliniche che possono essere esaminate da remoto che consentono anche a una piccola comunità, lontana dal centro, di dare il proprio contributo.

  • Il Garibaldi di Catania è una struttura di alto prestigio nel campo sanitario regionale e nazionale che si è distinta per essere tra i 40 ospedali italiani “a misura di donna”, quali gli obiettivi più importanti?

L’ospedale Garibaldi rappresenta un punto di riferimento nella Sicilia Orientale nella cura dell’endometriosi, una patologia che molte donne non conoscono o che talvolta hanno imbarazzo a fare emergere. Tra gli obiettivi realizzati: la banca del latte donato, ossia la possibilità di conservare e lavorare il latte materno donato dando una grande possibilità a tutte le mamme che ne hanno bisogno. O ancora il Codice Rosa: il Garibaldi fa parte di una rete, insieme alle altre strutture ospedaliere cittadine, coordinata dalla Procura, con un’area dedicata al pronto soccorso per aiutare, tutelare e curare le donne vittime di violenza garantendo loro la massima riservatezza.

L’intervista è stata realizzata dal Servizio Comunicazione del CEFPAS.

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